Immaginate di impastare il pane secondo le tecniche tradizionali: tanto sudore e ingredienti freschi. Oppure di seguire un percorso culturale a Venezia attraverso residenze storiche e giardini nascosti. Oppure perché non seguire un corso di creazione di violini nella celebre Cremona, patria del divino Stradivari.

Se vi state ancora chiedendo cos’è il turismo esperienziale la risposta sta proprio qui. Attività che mettono al centro del viaggio il viaggiatore stesso, le sue passioni e la sua voglia di scoperta.

Detta così sembra semplice, ma negli anni passati e molto spesso ancora oggi al turista vengono offerti solo beni e servizi: lettini e ombrelloni, piscina, skipass e una bottiglia di vino. Da qualche anno il viaggio passa attraverso le esperienze e il turismo esperienziale è la partecipazione genuina e autentica di queste esperienze.

Definizione di turismo esperienziale

Il termine italiano turismo esperienziale deriva dall’inglese experiential travel o anche immersive travel. L’attenzione in questo caso è rivolta all’esperienza di viaggio, a tutte quelle attività culturali, gastronomiche, all’aria aperta che possiamo svolgere durante il vostro itinerario.

Tuttavia, la definizione di turismo esperienziale ha qualcosa in più da aggiungere. Questo di più che il turismo immersivo offre al viaggiatore è la capacità di creare una relazione con la gente del posto, con la cultura e le sue tradizioni.

Ma come fa il turismo esperienziale a far vivere un luogo?

Il segreto sta nella capacità di offrire un pacchetto esperienziale in grado di raccontare una storia e di trasmettere al viaggiatore le emozioni legate a quella storia. Un conto è bere un buon bicchiere di vino, altro conto è scoprire in prima persona come quella bottiglia di rosso è stata prodotta: dalla vendemmia all’imbottigliamento.

Pigiare l’uva con i piedi, raccogliere i grappoli, veder scorrere il liquido rosso nella botte, tutto questo darà molto più gusto al vostro bicchiere e al suo contenuto.

Turismo emozionale

Quando si parla di turismo esperienziale spesso lo si associa al turismo emozionale. Emozione ed esperienza sono le due parti di un nuovo trend del turismo che in questi anni sta spopolando anche in Italia.

Il portale di prenotazione Booking.com ha analizzato un campione di 128 mila recensioni intervistando oltre 19 mila utenti. Quello che ci racconta il report di Booking è che un terzo degli intervistati preferisce relazionarsi con i locals preferendo questi ultimi a hotel e strutture di massa.

L’attenzione ai locali e a quello che possono raccontare e alla relazione di accoglienza e fiducia che si crea: tutto questo è parte del turismo emozionale.

Sentirsi a casa, vivere in maniera autentica la vita del luogo che stiamo visitando, creare una rete di contatti con gli abitanti che incontriamo significa stabilire delle relazioni che vanno ben oltre lo scambio di beni e servizi.

Quando entrano in campo le emozioni il viaggio diventa più ricco e vero. Molto più appagante che portarsi a casa un souvenir.

Turismo relazionale

L’altro aspetto che riguarda il turismo esperienziale è la relazione: per questo possiamo anche parlare di turismo relazionale.

Ma relazione con chi o con che cosa?

Prima di tutto la relazione è con i locals, con la gente del posto, con coloro che ci accolgono e mettono a disposizione la loro fattoria, la barca, la casa, l’asino o il cavallo per rendere il nostro viaggio un’esperienza unica e indimenticabile.

C’è chi mette a disposizione le proprie conoscenze linguistiche per proporre corsi di lingua italiana a Venezia o chi propone tour a cavallo in Toscana. In ogni luogo e per qualunque attività è la relazione a fare la differenza.

Il turismo esperienziale genera empatia tra l’operatore e il viaggiatore creando un rapporto che va al di là della semplice vendita di un bene o di un servizio.

L’aspetto della relazione è nel turismo esperienziale centrale. Non si tratta di solo di uno scambio di informazioni, come le guide tradizionali, ma di entrare nella vita vera e autentica delle persone che offrono il servizio. Una gita in barca a Burano sarà tanto più autentica se a portarci in barca è uno del posto che vive da anni il territorio e le sue storie.

 

5 esempi di turismo esperienziale in Italia

Cosa possiamo fare in Italia per fare esperienza di turismo esperienziale? (scusate il gioco di parole!). Una terra ancora legata alla tradizione con una patrimonio storico, archeologico e paesaggistico tra i più suggestivi al mondo. Molte sono le attività legate al turismo esperienziale che possiamo svolgere in Italia.

Si tratta ovviamente di scegliere quella più adatta all’esperienza di viaggio che vogliamo sperimentare. La ricerca dell’autenticità, la scoperta di una particolare genuinità locale dipende molto dalle nostre richieste, dai nostri sogni e dalle passioni del momento.

Binari d’epoca

Viaggiatori d’epoca. Un’esperienza unica attraverso la rete ferroviaria italiana alla scoperta di paesaggi indimenticabili. L’offerta di turismo esperienziale proposta dalla Fondazione FS che si occupa della gestione delle linee in disuso della rete ferroviaria italiana è un’offerta unica nel suo genere.

Si parte a bordo di treni d’epoca lungo linee abbandonate con treni a vapore che attraversano i paesaggi della Val d’Orcia (Toscana) o i templi della Magna Grecia (Sicilia). Il progetto binari senza tempo è un’iniziativa di turismo esperienziale che coinvolge al momento sette antiche linee ferroviarie lungo itinerari che difficilmente dimenticherete. Niente souvenir, ma solo tanta tanta bellezza.

La via Francigena

In Italia si sviluppa un cammino lungo oltre mille chilometri che attraversa la penisola dal Gran San Bernardo a Roma per proseguire a nord verso Canterbury nel Regno Unito e a sud est verso Gerusalemme. È un’antica via di pellegrinaggio che è diventata nel corso degli ultimi anni uno degli itinerari di turismo esperienziale più suggestivi della nostra penisola.

Perché parliamo di turismo esperienziale? Perché la Via Francigena attraversa borghi e città che fanno parte della storia e della tradizione italiane. Perché lungo il percorso vi capiterà di essere accompagnati da altri viaggiatori e perché cosa non da poco lungo l’itinerario grazie a uno speciale pass avrete la possibilità di soggiornare dalla gente del posto. Tutto il resto, emozione, condivisione, incontri sarete voi a crearli lungo il cammino.

Turismo esperienziale a Venezia

Siete in viaggio in Italia e Venezia è la vostra prima tappa. Ovvio che imparare l’italiano a Venezia diventa se non una necessità, una curiosità che potete soddisfare. E visto che parliamo di turismo esperienziale l’offerta non può essere quella di sedere sui banchi di scuola, ma un itinerario culturale che vi permetterà di imparare l’italiano e la storia dell’arte direttamente in musei e residenze d’epoca.

Se poi non avete molto tempo per frequentare i corsi di lingua italiana e storia dell’arte a Venezia, allora la scuola di italiano e storia dell’arte Easy Italian Language & Art propone itinerari per imparare l’italiano in movimento, una visita storica della Venezia silenziosa, una visita dei bacari (le vecchie osterie di Venezia) e un tour culturale dei giardini segreti della Serenissima, un tour mattutino per scoprire come si risveglia la città. Che dire, vi porterete a casa ben più di una semplice visita.

Turismo delle stagioni in Sicilia

C’è chi in Sicilia propone tour esperienziali che seguono i ritmi delle stagioni. Sì perché se di turismo esperienziale vogliamo parlare allora questo tipo di attività non può prescindere dai ritmi che madre natura ci ha dato.

Si parte allora dalla Primavera alla scoperta dei mandorli in fiore e della campagna che piano piano si risveglia dall’Inverno. Si prosegue verso l’Estate quando il grano trasforma il paesaggio e le vigne diventano verdi.

L’Autunno è tempo di vendemmia e di vino nuovo, mentre l’Inverno è l’occasione giusta per rilassarci in una tipica osteria e gustare i prodotti dell’enogastronomia locale. Questo tipo di offerta di turismo esperienziale coinvolge l’intera Sicilia e attraversa numerosi comuni per conoscere da vicino la tradizione e i contadini che ancora lavorano la terra.

Pizza!

Dà una grande soddisfazione mettere le mani in pasta e preparare la nostra pizza con tutti gli ingredienti che ci piacciono. Una pizza fatta da noi. O magari la soddisfazione è maggiore se a prepararla è un esperto pizzaiolo di Napoli, ma quello che conta è l’esperienza.

Per questo il gruppo PizzaLab di Napoli ha sviluppato un percorso della pizza che è un tour esperienziale attraverso i luoghi dove la vera pizza, quella genuina viene fatta da secoli.

Perché in fondo la differenza tra turismo tradizionale e turismo esperienziale sta tutta qui: fare le cose, vivere i luoghi e partecipare attivamente a quello che che stiamo facendo.

Un po’ come alla E.I.L.A. dove si viene per imparare l’italiano e si finisce per partecipare a tour culturali attraverso Venezia, si imparano nozioni di storia dell’arte e si partecipa ad attività esterne.

Se non è turismo esperienziale questo!