Facciamo finta di essere su di una zattera, circondati dal mare, onde alte come montagne e tutti a bordo ci chiediamo cosa diavolo stiamo facendo in questo Oceano fatto di …. parole.
Proprio così, la zattera stessa è costruita sulle parole italiane internazionali, ogni suo tronco è fatto delle parole italiane più usate dagli inglesi, dalle parole italiane che prediligono i francesi e le vele sbattono al vento impetuoso intrecciate alle parole italiane più famose nel mondo.
Ogni punto della nostra imbarcazione è ancorato a una parola, pizza per i tedeschi, spaghetti per gli inglesi, adagio per i lettoni e oggi e domani per i giapponesi.
Le onde si fanno sempre più alte e tutti quelli che sono a bordo hanno preso a prestito le parole italiane per caso, i ravioli al ristorante, un espresso al bar, un mosso all’opera. In tutto questo bailamme di vocaboli nessuno riesce a capirci qualcosa.
Dove stiamo andando?
Gli inglesi hanno fame e chiedono una pepperoni pizza, i tedeschi hanno sete e ordinano un cappuccino (ma sono sono le sei del pomeriggio!), i francesi preferiscono gli spaghetti e i lettoni applaudono Bravo!!!
Cosa possiamo fare?
Come sempre la soluzione, logica e infallibile, ci arriva da un tedesco. Usiamo il dizionario illustrato per le parole italiane più usate dagli stranieri, suggerisce. Sulla zattera ne troviamo uno: quello della Società Dante Alighieri. Il nome ci assicura l’attendibilità del contenuto. Dante è il padre della lingua italiana e su questo sono tutti d’accordo.
Ma i giapponesi hanno qualche dubbio. A noi piace il suono delle parole italiane, dicono, le usiamo per questo, non per il loro significato.
Gli inglesi sono perplessi, i tedeschi continuano a sfogliare il dizionario e i francesi si sono persi in un adagio e in un pianissimo che canticchiano a bassa voce. C’è confusione sulla zattera e si sente gridare Ciao!, Bravo!, Piazza, Spaghetti, Villa, Arrivederci, Cappuccino e nessuno capisce più nulla di quello che stiamo dicendo.
Nell’attesa che qualcuno ci salvi compare una bottiglia di Chianti.
Un solo pensiero attraversa la mente dei naufraghi e su questo sono tutti d’accordo. Si stappa allora la bottiglia e ci si rende improvvisamente conto che La vita è bella e brindiamo tutti insieme alle parole italiane più famose nel mondo.[toc]
Le parole italiane più usate nel mondo
Questione di appeal. C’è chi sceglie di studiare l’italiano per la sonorità della lingua, piena di così tante vocali, mentre altri sono indubbiamente affascinati dall’immagine che l’Italia ha saputo costruire di sé nel corso dei secoli.
Le bellezze culturali e archeologiche, le città d’arte come Venezia dove molti studenti stranieri vengono per imparare l’italiano e il prestigio del Made in Italy in settori come la moda, la cucina e il design. Non da ultimo le passioni sportive come il calcio che l’Italia ha esportato in tutto il mondo, dando alle parole italiane un respiro internazionale.
Sulla base di una ricerca condotta da Luca Serianni, Lucilla Pizzoli e Leonardo Rossi, tuttora in corso di lavorazione, sono oltre ventimila le parole italiane che sopravvivono all’estero, nei campi più diversi: dal gioco, alla scienza, dalla cucina alla musica.
Scopriamo allora neutrino, dal famoso laboratorio di fisica nucleare di via Panisperna a Roma. Per passare ad argomenti più leggeri andiamo all’epoca d’oro del cinema italiano quando nascevano la dolce vita, presente in 16 lingue e gli attori venivano inseguiti dai paparazzi (23 lingue). Gli spaghetti western o western spaghetti hanno fatto scuola e dalla vittoria della nazionale di calcio ai mondiali del 1982 alcune parole italiane sarebbero diventate internazionali come libero (18), tifoso (17) e azzurri (8).
Nel gioco degli scacchi compaiono fiacchetto e gambetto, ma all’estero si parla anche di tombola, lotto, morra e lotteria. Se vi capitasse di andare in Indonesia, Thailandia o Laos non sorprendetevi di trovare nel menù un tiramisù (23 lingue), per non parlare degli immancabili spaghetti (54), dell’onnipresente pizza (50) e dei ravioli che stanno recuperando terreno (36).
Le parole italiane che usano gli inglesi
Venezia si colloca al terzo posto tra le città italiane più visitate dagli stranieri e i turisti inglesi sembrano avere una predilezione particolare per la città del Casanova e del Canaletto. Forse questa passione deriva proprio dalle parole italiane più usate in inglese visto che tra queste troviamo vocaboli legati alla storia dell’arte, alla musica classica e all’architettura. A Venezia ha sede il Museo dedicato a Wagner e tra le parole italiane che usano gli inglesi troviamo guarda caso a cappella, adagio, forte e intermezzo. Nel campo della storia dell’arte in Gran Bretagna si parla anche di belvedere, cupola e chiaroscuro, mentre in architettura ricorrono i termini portico, veranda e villa. Nessun problema neppure per il cibo visto che tra le parole più usate in inglese incontriamo anche mozzarella, tagliatelle, tortellini e minestrone.
Le parole italiane più usate dai francesi
Un prestito che dura da molti secoli quello tra l’italiano e il francese e dei molti viaggi che i nostri connazionali hanno compiuto in Francia restano parole legate alla musica come agitato e vibrato, duetto e terzetto.
Molte sono le parole italiane usate in francese che si riferiscono all’arte culinaria, dove lo scambio tra le nostre due lingue è sempre stato ricco e gustoso. Se a noi italiani piacciono il camambert e l’escargot, in Francia troviamo gnocchi e salami da accompagnare con un buon Chianti o Barbaresco. Altre parole italiane usate in francese derivano dall’immaginario à l’italienne del nostro cinema come vitellone e paparazzo o da calchi: néo-réalisme, année zéro e la grande bouffe, quest’ultimo derivato dal film di Ferreri del 1972 La grande abbuffata con un’indimenticabile, tra gli altri, Philippe Noiret.
Parole italiane internazionali: le più usate in Giappone
Storia curiosa quella delle parole italiane in Giappone visto che sopravvivono non tanto per il loro significato quanto piuttosto per il loro suono bello e musicale che piace tanto ai giapponesi. Questo genera più di un fraintendimento linguistico tanto che spesso come ha testimoniato in un divertente video l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo appaiono insegne di negozi di abbigliamento o prodotti di vario genere con scritte come: Baciami, fuso, barbiere belva.
Naturalmente ci sono anche prestiti dall’italiano al giapponese più fortunati come le riviste Oggi e Grazia che hanno grande successo in Giappone. Nelle insegne dei tipici family restaurant dove abbuffarsi di Nabemono e Onigiri campeggiano parole italiane come Casa, Veloce e Pronto e se un tempo i cani avevano nomi inglesi adesso non stupisce che i cuccioli si chiamino Stella o Sette.
E le parole italiane più famose nel mondo?
È difficile poter fare una classifica delle parole italiane più famose al mondo. La lingua è in movimento e le parole cambiano con lei in base al Paese e alla storia di ciascun popolo.
Per questo se in un certo periodo le parole italiane più usate in francese avevano a che fare con la marina e la guerra, oggi queste stesse parole sono state sostituite da altre legate al mondo dello sport e della moda. Lo stesso vale per le parole italiane più usate in inglese dove oggi pizza e spaghetti sono molto più diffuse di villa e balletto.
Tuttavia almeno per quanto riguarda l’Europa la Società Dante Alighieri ha condotto un sondaggio online sulla base di 100 vocaboli tratti dal «Dizionario degli italianismi nel mondo», in corso di realizzazione e a cura dei linguisti Luca Serianni, Lucilla Pizzoli e Leonardo Rossi.
Al primo posto della classifica troviamo pizza, cappuccino, spaghetti ed espresso. In seconda posizione mozzarella e tiramisù, mentre al terzo posto inaspettatamente adagio e bravo riferiti alla musica.
#1. Pizza, cappuccino, spaghetti, espresso.
#2. Mozzarella, tiramisù.
#3. Bravo e allegro (riferiti alla musica)
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